Università: tra le migliori al mondo ci sono quattro atenei italiani
Politecnico di Milano, Università di Bologna, la Superiore di Sant’Anna e Normale di Pisa: le italiane nel Qs world university rankings
Buone notizie per il mondo accademico italiano. Per la prima volta tra le 200 migliori università del mondo sono presenti 4 atenei italiani. Secondo il QS World University Rankings, una delle più note classifiche universitarie al mondo pubblicata ogni anno da Quacquarelli Symonds, il quartetto di università eccellenti del Bel Paese è formato dal Politecnico di Milano, dall’ Università di Bologna – già in passato inserite nella speciale classifica – assieme a due new entry: la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Si va da 170esimo posto dell’ateneo lombardo, che rispetto all’anno scorso ha scalato ben 13 posizioni, fino al 192esimo posto pari merito per le università toscane, per la prima volta citate nella prestigiosa classifica.
In alcuni settori i risultati sono davvero eccellenti. Per quanto riguarda l’impatto sulla ricerca mondiale la Scuola Normale di Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna si posizionano al 18° e 27° posto. Tra le più apprezzate università al mondo, secondo il parere di decine di migliaia di studenti, c’è l’ateneo di Bologna, posizionatasi al 77° posto, poco distante dalla Sapienza di Roma all’86° posto.
Risultati incoraggianti che spronano a migliorare per avvicinarsi il più possibile alle eccellenze mondiali che vedono ai primi posti gli eccezionali atenei statunitensi come il Mit, Stanford e Harvard, ma anche le autorevoli università britanniche di Cambridge e Oxford e le nuove e sempre più lanciate realtà asiatiche che ormai hanno poco da invidiare ai templi del sapere dell’Occidente.
La classifica ha valutato 4.388 università in tutto il mondo, tra queste poco meno di 1.000 atenei sono stati selezionati per la valutazione finale secondo criteri molto rigidi che vanno dalle opinioni degli accademici e di chi offre lavoro, al numero di citazioni presenti su riviste qualificate, da quante risorse sono dedicate all’insegnamento fino ad ulteriori importanti dettagli come il numero di studenti e docenti stranieri che frequentano i corsi.
Il responsabile italiano della classifica ha evidenziato quanto potenziale inespresso sia presente in Italia, germogli che potrebbero crescere rapidamente attraverso un ponderato incremento degli investimenti in modo da arginare la preoccupante emigrazione di giovani laureati e favorire il ricambio generazionale dei ricercatori. Investimenti vitali per aumentare la credibilità italiana nel mondo e per rendere più incisiva la competitività del Paese nel panorama internazionale.
Tratto da milano.virgilio.it