Montepaschi: valore azioni dimezzato, che fregatura per lo Stato
Il salvataggio del Banco del Monte dei Paschi di Siena rischia di tramutarsi, e forse si sta già tramutando, in un salasso per i contribuenti italiani. Secondo l’ormai classica formula avviata nel 2007 in Usa: profitti privati, perdite sulle spalle del settore pubblico.
Anche attraverso la conversione in azioni dei bond subordinati dell’istituto (burden sharing), alcune settimane fa sono entrati in vigore i decreti sulla ricapitalizzazione precauzionale dell’istituto. Nel piano si prevede la conversione dei bond junior in azioni al prezzo di 8,65 euro per un importo di circa 4,473 miliardi e la parte di aumento di capitale riguardante il Tesoro avviene a 6,49 euro per azione per un totale di 3,85 miliardi.
Stando ad alcuni operatori di Borsa sentiti da Reuters, però, sul mercato over the counter l’azione Mps viene quotata intorno a 4,20 euro, con bid e ask compresi tra 4,14 e 4,35. “In ogni caso un valore di circa la metà rispetto agli 8,65 euro della conversione dei bond junior e ben inferiore ai 6,49 euro pagati dal Tesoro”.
Il che rappresenta una discreta fregatura per lo Stato e quindi per i contribuenti, visto che, come si legge su Libero Quotidiano, “La quota in mano a via Venti Settembre è destinata a salire al 70% quando saranno comprati anche i titoli obbligazionari sottoscritti da piccoli risparmiatori (la cosiddetta clientela retail). L’aggravio per le finanze pubbliche, poi, potrebbe essere ancora più pesante visto l’ammontare complessivo delle richieste di risarcimento danni presentata dagli ex soci”.
Il totale supera gli 800 milioni, una somma “più che raddoppiata nel primo semestre di quest’anno, rispetto al totale delle domande di indennizzo presentate a dicembre 2016. Un conto, (…)
Estratto dell’articolo pubblicato da quifinanza.it. Prosegue sul loro sito.