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Pandoro

Difficoltà

Difficile

Tempo di cottura

35 minuti circa

Dosi per

stampo pandoro da 1 kg

Note

La farina manitoba non deve essere quella generica ma specifica per i grandi lievitati come quella che ho utilizzato ovvero Caputo Oro oppure la molino Rossetto (comunque predilegete la oro).
Vi consiglio di iniziare ad impastare la mattina presto, alle 7 ad esempio in quanto la lievitazione impegna quasi tutto il giorno.
E' indispensabile l'utilizzo della planetaria o impastatrice.

Ingredienti

450 gr. di farina manitoba Caputo oro


37 gr. di lievito madre essiccato oppure 15 gr. di lievito di birra fresco


130 gr. di burro di OTTIMA QUALITA' a t.a.


mezzo cucchiaino da tè di malto diastatico


135 gr. di zucchero


70 gr. di acqua


150 gr. di uova intere t.a. (corrispondere a 3 uova circa)


20 gr. di tuorlo d'uovo t.a. (1 circa)


1 cucchiaino di sale


 


PER LA MARINATURA DEGLI AROMI:


buccia grattugiata di 2 arance


2 cucchiai di miele di ottima qualità


1 bustina di vanillina


1 cucchiaio abbondante di rum


 

Preparazione

Non vi nascondo che preparare un pandoro home made richiede un’adeguata conoscenza nonchè una buona manualità dei grandi lievitati.

Non sono solo queste le peculiarità indispensabili per la buona riuscita del nostro dolce natalizio, ci vuole soprattutto passione e pazienza ma la soddisfazione di assaporare un così buono e genuino pandoro mi ha ripagata di tutto il tempo per esso impiegato.

Innanzitutto il giorno prima dell’impasto ho messo in una ciotola tutti gli ingredienti del mix aromatico, mescolato e coperto.

Sottolineo l’importanza di utilizzare il burro a temperatura ambiente pertanto vi consiglio di lasciarlo fuori dal frigo dalla sera precedente il suo utilizzo.

Vediamo ora come procedere.

Ho setacciato la farina per un paio di volte, inserita nel boccale della planetaria e ho lasciato andare alla velocità minima con il gancio a foglia al fine di farle incorporare aria.

Successivamente ho aggiunto l’acqua, il lievito madre essiccato (in alternativa il lievito di birra non freddo diluito nell’acqua), il malto, lo zucchero e infine un uovo per volta per poi aggiungere le altre dopo il totale assorbimento delle precedenti. Ho impastato per circa 8/10 minuti per poi inserire il burro t.a. a pezzetti e infine il sale.

Quando l’impasto è risultato incordato l’ho pirlato grossolanamente, ho unto di burro una boule e l’ho inserito, sigillando il contenitore con pellicola trasparente.

Devo fare una precisazione doverosa ovvero non vi è un tempo stabilito affinchè l’impasto prenda corda, ad esempio io ho impiegato circa 30/40 minuti forse anche di più. Spesso ho fermato la macchina e ho ribaltato il composto. Quando ha iniziato a diventare più tenace ho sostituito il gancio a foglia con quello ad uncino. Ho prestato attenzione a non surriscaldare l’impasto alternando la velocità bassa a quella alta (solo per qualche minuto alla volta).

Ecco, direi che la vera difficoltà sta proprio nel capire quando fermarsi per non rovinare la maglia glutinica ma anch’io come molte di voi ho imparato a farlo. 

Se ce l’ho fatta io che sono un’autodidatta può farcela chiunque sia appassionato di impasti e grandi lievitati.

Ho messo la boule nel forno spento ad una temperatura non superiore ai 30 gradi e ho atteso che l’impasto raddoppiasse o quasi. Nel mio caso ci sono volute circa 11 ore.

Ho imburrato molto bene lo stampo dedicato e riposto in frigo per 30 minuti per poi estrarlo ed imburrarlo nuovamente.

A raddoppio avvenuto ho ribaltato la massa su un piano di lavoro e l’ho lavorata delicatamente ma bene per poi pirlarla con attenzione. Evitate di infarinare o imburrare la spianatoia ma se proprio dovete, ungetela con poco burro.

Quest’ultima fase è importantissima in quanto se non formiamo una palla omogenea, non solo esternamente, rischiamo di creare una voragine al centro del dolce che sarà visibile solo quando andremo a tagliare la fetta.

Ho messo la mia bella pallottola nello stampo con la parte meno liscia rivolta verso l’alto.

L’ho sigillata con la pellicola trasparente e busta per alimenti e trasferito in frigo per una notte.

La mattina successiva di buon’ora ho estratto lo stampo dal frigo eliminando le sigillature e l’ho lasciato a t.a. per un’ora.

Dopodichè ho chiuso nuovamente con pellicola trasparente e inserito in forno spento sempre alla temperatura massima di 30 gradi.

Ho lasciato lievitare pazientando fino a quando l’impasto ha raggiunto il bordo (12/13 ore).

Ho preriscaldato il forno in modalità statica a 170 gradi e nel frattempo ho riposto lo stampo in frigo, scoperto.

A temperatura raggiunta l’ho inserito nella parte bassa del forno per 15 minuti per poi abbassare a 160 gradi per ulteriori 20 minuti circa. Dopo 25 minuti dal momento dell’infornata ho protetto il pandoro con la stagnola onde evitare che si colorasse troppo.

A cottura ultimata, sempre avvalendomi della prova stecchino asciutto, ho sfornato lo stampo lasciando il dolce al suo interno per circa 2 ore per poi trasferirlo su un piatto da portata e tenuto scoperto per un’altra ora. L’ho poi sigillato in una busta alimentare.

E’ talmente soffice da non risultare necessario riscaldarlo prima di consumarlo.

E’ sicuramente un procedimento lungo ma non bloccante in quanto potete tranquillamente anche uscire di casa lasciando che l’impasto lieviti in forno avendo solo cura, una volta rincasati, di ripristinare la temperatura a 30 gradi (d’altronde è come faccio io).

Ragazzi vi assicuro che è di una bontà strepitosa!

Buona degustazione!

 

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