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A Cuneo c’è un mercato dove resistono ancora le vecchie lire

Al mercato agroalimentare all’ingrosso di Cuneo la compravendita dei buoi è ancora in lire. Ecco perché la vecchia moneta sopravvive all’euro.

A Cuneo c'è un mercato dove resistono ancora le vecchie lireA pochi chilometri da Cuneo, nella frazione di Ronchi, c’è uno dei più grandi mercati di bestiame d’Italia, dove le mucche si vendono ancora in lire.
Si tratta del Miac, mercato agroalimentare all’ingrosso cuneese, punto di riferimento di allevatori e macellai del nord Italia per la compravendita di buoi e vitelli da latte. Qui il vecchio conio non ha mai lasciato il posto all’euro e ancora oggi determina il prezzo della carne.

All’alba di ogni lunedì mattina, vi si ritrovano allevatori e commercianti giunti da Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, e persino dalla Francia, per contrattare il prezzo degli animali in lire. Che è lo stesso di 30 anni fa: si va dalle 1200 lire al chilo per gli esemplari meno pregiati alle 8000 per i vitelloni.

Le contrattazioni possono durare anche per delle ore, per riuscire a strappare un buon affare. Una lira in più o in meno fa la differenza per i rappresentanti delle aziende agroalimentare o i macellai. E guai anche solo a nominare l’euro! Almeno finché non ci si è messi d’accordo sul prezzo, con una stretta di mano a siglare l’affare. Solo a quel punto, convertitore alla mano, ecco che la nuova moneta torna prepotentemente per il fatidico cambio.

Se nella frazione di Ronchi la lira la fa ancora da padrona non è per un’abitudine dura a morire o per l’incapacità degli allevatori di adattarsi al mercato. Il discorso, semmai, verte sulla mera convenienza. Stando a quanto sostiene la Coldiretti di Cuneo, questo meccanismo fa comodo a chi compra, perché durante la contrattazione i prezzi variano di mille lire per volta e non di un euro, che sarebbe il doppio. Fatto sta che, se fino a vent’anni fa in Italia c’erano almeno sette mercati grandi come questo, ora il Miac è l’unico rimasto ancora in piedi, come spiega il direttore Giovanni Becotto.
Ma il peso dell’euro si fa sentire anche qui. Negli ultimi ()


Estratto dell’articolo pubblicato da cuneo.virgilio.it. Prosegue sul loro sito.