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Tumori, supercomputer svela cura in 10 minuti

Analizzare il genoma di un malato di cancro e suggerire il programma terapeutico adatto al caso. Un compito che a ‘Watson‘, il supercomputer sviluppato da Ibm, richiede 10 minuti contro le 160 ore-persona necessarie a un team medico in carne e ossa. A confrontare le performance della macchina e quelle dell’uomo è uno studio pubblicato su ‘Neurology Genetics’, anticipato online a luglio, rilanciato e commentato sul portale ‘Ieee Spectrum’.

Il lavoro – frutto di una collaborazione tra il New York Genome Center (Nygc) e il team Watson for Genomic – riguarda il caso di un uomo di 76 anni colpito da un grave glioblastoma, un tumore cerebrale. Operato subito dopo la diagnosi, il paziente è stato sottoposto a 3 settimane di radioterapia e ha iniziato un lungo ciclo di chemio. Ma nonostante le migliori cure, è morto entro un anno. I suoi tessuti sono stati sottoposti a un sequenziamento genetico tradizionale (ricerca di alcune mutazioni genetiche collegate al cancro), a una mappatura globale del Dna e all’analisi dell’Rna. I dati sono stati quindi esaminati dal ‘cervellone’ Watson e da un’équipe del Nygc composta da un oncologo medico, un neuro-oncologo e un bioinformatico.

Il primo risultato evidenziato è che mappare l’intero Dna del paziente, invece che solo un gruppo di geni, benché più impegnativo e costoso può indirizzare meglio il trattamento. Il secondo elemento è la maggiore velocità della macchina nell’analizzare il materiale e suggerire una via terapeutica da seguire.

L’uomo però non viene battuto. I medici del Nygc hanno infatti identificato mutazioni in 2 geni del paziente, che considerate insieme invece che singolarmente (e questo tipo di visione almeno al momento resta una ‘prerogativa’ umana), avrebbero indotto i camici bianchi ad arruolare il malato in un trial clinico che attraverso una combinazione di farmaci ()


Estratto dell’articolo pubblicato da adnkronos.com. Prosegue sul loro sito.